L’eccellenza è a “Chilometro zero”
Cari amici e clienti,
oggi provo a raccontarvi la mia esperienza di “Chilometro Zero”. Spero che le mie parole vi siano di aiuto e che vi possano far apprezzare ancora di più le eccellenze che il nostro territorio ci propone.
Porto avanti il concetto di “Chilometro Zero” da oltre vent’anni, in quanto sono molto legato al mio territorio ed anche perché credo che nelle nostre zone si trovino dei prodotti che nulla hanno da invidiare a quelli più blasonati e reclamizzati.
È compito di noi operatori del settore, poi, andare a scovare tali eccellenze e proporle ai consumatori.
Ho passato tante domeniche a visitare allevatori e produttori del territorio e a conoscere i loro prodotti, a capire il valore aggiunto che un piccolo artigiano immette nel suo prodotto, tutto l’amore che c’è dietro agli animali o ad un semplice vasetto di confettura.
Da un punto di vista prettamente commerciale, il concetto di Km “0” mi permette anche di sfruttare appieno quello che questi artigiani riescono a trasmettere ai consumatori.
Spesso, infatti, ospito nei miei negozi i produttori stessi per spiegare ai miei clienti quello che producono e questo ha un impatto positivo sui consumatori. Questi, infatti, sono più propensi all’acquisto, in quanto la storia del prodotto li rende sicuri e tranquilli sulla provenienza e sulla qualità di ciò che comprano e che poi mangiano.
A volte, il concetto di “Chilometro zero” viene utilizzato in maniera impropria.
Io credo di essere stato un precursore di questo modo di lavorare. Vent’anni fa mi ritenevano un “pazzo” a girare come una trottola in lungo ed in largo per la Romagna ma credo che tutto sia servito a fidelizzare la clientela.
Tutto questo però deve essere supportato anche dalla qualità dei prodotti perché non tutto ciò che è “in territorio” è buono.
Io personalmente cerco di conoscere a fondo i prodotti che offro alla mia clientela. Questo serve anche da stimolo per accrescere la qualità del lavoro.
Vi aspetto in negozio, Marco.